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Jul 31, 2011

Nuova Recensione di "Molochian" su Noize Italia

Tornano i bolognesi Murder Therapy con un EP di quattro pezzi, ad ora integralmente ascoltabile online, scaricabile in versione digitale tramite offerta libera (!) o acquistabile nella sua forma fisica a prezzo politico, un ottimo modo per farsi conoscere in giro in vista di un futuro probabile full-lenght.

Dall'ultimo "Symmetry Of Delirium" parecchie cose sono cambiate: in prima battuta la line-up, in quanto il singer Riccardo ha lasciato il posto al microfono a Sean, uno dei due chitarristi; parecchio cambiato è anche il sound, poichè, rispetto al brutal death-metal delle origini, di buona fattura ma saldamente ancorato agli standard del settore, la band ha virato verso contaminazioni con il progressive metal e con certe frange del doom/sludge piu' sperimentale; così facendo, nonchè per merito dell' impeccabile tecnica sempre posseduta, la proposta musicale si fa piu' originale ed identificabile. La maggior parte della furia cieca viene smorzata in favore di soluzioni particolaristiche, di sentieri meno battuti.

Il brano di apertura, "Moloch", è il piu' tirato ed il piu' vicino agli esordi, nonostante già qui si sentano le componenti prog e "dispari", oltre ad una melodia vocale che sembra combinare il death metal classico e qualcosa del Devin Townsend solista; "Unvacuity" e "In Viscera" sono la parte centrale e principale del disco, due episodi prog death sconnessi e frastagliati, perennemente in bilico su un clima di nevrosi che non riesce mai ad esplodere, e con un attitudine di fondo quasi post-metal (un pò alla Botch o alla Cult Of Luna, per dirla così, alla buona). I quasi otto minuti conclusivi di "Di Luci E Negazioni", strumentali e scanditi da ritmi e strumenti tribali, proseguono sotto l'ascendente Neurosis, in particolare quelli paludosi e claustrofobici dei primi anni, anche se la materia in questione, riveduta e fatta propria dai Murder Therapy, assume una forma piu' distesa, meno paranoica insomma.


Probabilmente il "punto debole" del lavoro, se proprio si vuole andare a cercarne uno, è la voce, che a tratti risulta meno convincente e non in linea con il lavoro svolto parallelamente dagli strumenti, ma si spera che anche questo elemento andrà perfezionandosi nei successivi capitoli.
Una tra le pochissime band nostrane in grado di dare filo da torcere ai colleghi oltreoceano.

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